RE DI QUAGLIE

Stato di conservazione

Il re di quaglie è un uccello della famiglia dei Rallidi originario dell’Eurasia centrale e occidentale. Fino al 2010, malgrado occupasse un areale di nidificazione esteso per 12.400.000 km², il re di quaglie veniva classificato, sulla Lista Rossa dell’IUCN, tra le «specie prossime alla minaccia», a causa della diminuzione della popolazione europea, ma un monitoraggio effettuato in Russia e Kazakistan ha dimostrato che in tale zona il numero di esemplari era rimasto stabile o addirittura aumentato. Attualmente, quindi, viene classificata come «specie a rischio minimo», dal momento che le popolazioni più numerose, quelle di Russia e Kazakistan, non sembrano affatto minacciate. La maggior parte dei Paesi europei ha preso provvedimenti per garantire la sopravvivenza al re di quaglie e migliorare la gestione delle risorse naturali; è all’opera anche un apposito piano d’azione al quale collaborano Paesi di tutta Europa. Obiettivo dei programmi di conservazione è monitorare le popolazioni e la loro ecologia e garantire loro la sopravvivenza, soprattutto attraverso la variazione dei periodi di raccolta del fieno e delle tecniche con la quale viene praticata.

LA DAMIGELLA DI NUMIDIA

Stato di conservazione

La Damigella di Numidia è il più piccolo rappresentante della famiglia dei Gruidi. E’ una specie boreale che si riproduce nella fascia delle steppe e zone desertiche. In Europa centrale la Damigella di Numidia è una specie erratica molto rara. Tra le segnalazioni più recenti, ad esempio, ricordiamo quelle provenienti dai Paesi Bassi degli anni 90. La Damigella di Numidia è stata descritta scientificamente nel 1758 da Linneo, che la battezzò con il nome latino Ardea virgo. Questi uccelli venivano tenuti come specie ornamentale sia in Cina (dove erano conosciuti come (“Uccelli di rango superiore”) che in India ( “i più importanti tra tutti i pennuti”), nonché dell’antico Egitto. Infatti troviamo raffigurazioni sulle pareti delle tombe egiziane del periodo faraonico.

OTTARDA

Stato di conservazione

L’habitat di questo uccello sono le praterie aperte, sebbene possa vivere anche sui terreni coltivati, se non disturbato. In Italia non viene più osservata dal 2006. Lo stesso anno tre esemplari comparvero nei dintorni di Castenedolo (BS) il giorno di Santo Stefano. Le apparizioni di questo animale sono calate nel Bel Paese principalmente a causa della contrazione degli effettivi e dell’areale di riproduzione europea. Sicuramente anche le trasformazioni ambientali che hanno reso inospitali le pianure hanno contribuito ad allontanare gli ultimi gruppi di migratori.

POLLO SULTANO

Stato di conservazione

Secondo quanto riportato da Plinio il vecchio ed altri scrittori latini, sembrerebbe che i ricchi romani tenessero dei polli sultani come uccelli ornamentali nelle ville più grandi e nelle abitazioni lussuose. All’epoca questa specie era considerata un uccello nobile ed era tra le poche specie di volatili che i romani non mangiavano.

IBIS EREMITA

Stato di conservazione

L’ibis eremita è un uccello della famiglia dei Treschiornitidi. E’ una specie in pericolo di estinzione. Il declino numerico dell’Ibis eremita è cominciato secoli fa e almeno fino ai primi del 900 le sue cause sono ignote: dall’inizio del XX secolo però la popolazione di Ibis ha subito un calo drastico pari al 98% circa, dovuto alle combinazioni di vari fattori, in primis la caccia di frodo, ma anche la distribuzione dell’habitat per far posto ad allevamenti e piantagioni di tipo intensivo, l’utilizzo di fitofarmaci, il disturbo delle rotte migratorie e delle colonie riproduttive a causa dell’eccessiva antropizzazione. Attualmente l’ibis eremita è scomparso dalla maggior parte dell’habitat e conta per un totale mondiale di circa 550 individui selvatici.

UBARA

Stato di conservazione

L’Ubara è un uccello della famiglia degli Otididi originario dell’Africa settentrionale. Le ubare sono otarde di medie dimensioni, dal piumaggio relativamente chiaro e dal corpo slanciato. Anche se non possiamo parlare di vero e proprio dimorfismo sessuale, il maschio adulto è molto più grande della femmina, e presenta una serie di piume più lunghe e più appariscenti sulla parte posteriore del vertice, sul collo e sul petto e delle tracce di nero ai lati di quest’ultimo. La specie è relativamente silenziosa. Ogni tipo di richiamo sembra essere debole o insignificante. Durante il periodo di riproduzione, l’ubara è piuttosto solitaria, ma nel resto dell’anno adotta un comportamento gregario, radunandosi in bande. Scontrosa e prudente (la sottospecie nordafricana è oggi fortemente minacciata dai cacciatori), trotta da un cespuglio all’altro per nascondersi quando viene avvicinata. Durante la parata nuziale, le ubare ripiegano la testa sulle spalle e sollevano le lunghe piume del petto e del collo, dando l’impressione che al posto della testa abbiano un grosso spolverino bianco che si muove quando l’uccello trotterella in cerchio e a zig-zag.